sabato 12 luglio 2014

Sogni di Rock & Roll

Più o meno, per quelli come me e per molti nati negli anni 70, tutto (o molto..) è iniziato così: 

alla ricerca di qualcosa di diverso, di emozioni, della continua lotta contro una possibile noia e allora, giù ad inventarsi sempre un nuovo modo per far casino, per vivere e, purtroppo, a volte anche per morire, quando, il desiderio di spericolatezza e di guai superava considerevolmente tutti i limiti (in particolare quelli di velocità, vero Maurizio?...)
Ci sono stati e ci saranno molti "periodi" anche se ora, in un certo senso fortunatamente, l'andamento della "sinusoide" della vita è molto più stabile ed accompagnata da una buona dose di responsabilità, c'è stato il periodo di 
immediatamente seguito da un'incredibile livello di energia che poteva diventare negativa e farti capitolare nelle peggiori sfighe degli anni 80, oppure, grazie alla pazienza di mamma e papà ed alla "fortuna" di aver frequentato gli amici e la donna giusta, diventare un qualcosa di positivo e spingerti ad osare molto ma sempre con il rispetto per te stesso e per gli altri, comunque, anche se non sono certamente un esempio di rettitudine, quegli anni erano accompagnati da
Oggi, senza rimorsi o rimpianti, a volte penso che tutto quello che ho fatto e che faccio lo racconta molto bene il secondo Rocker italiano 
Sogni di Rock & Roll, che continuano e durano malgrado l'età! 
Cosa cazzo c'entra tutto questo con il Triathlon?? Tutto il ragionamento nasce da alcune idiozie postate da un tizio che (non so per quale motivo) ho tra gli amici di Facebook e che si spaccia per allenatore di Triathlon; insomma, il soggetto continua sistematicamente a rompere le palle e a polemizzare su chi può e su chi non può fare Triathlon in base alle prestazioni raggiunte, criticando aspramente chi fa un Ironman e "si trascina per 15 ore", mettendo in discussione i regolamenti, le gare, l'alimentazione, l'abbigliamento, ecc., ecc., insomma, la suocera del Triathlon. 
Certo, esiste il diritto di pensiero libero e di opinione ma c'è anche il dovere di non rompere i coglioni!
Ho l'onore di conoscere chi ha chiuso un Ironman in poco più di 10 ore e nei suoi racconti non fa mai cenno alla prestazione ma esprime in modo toccante tutte le emozioni scatenate dall'avventura e dal viaggio per arrivarci. 
C'è chi qualche tempo fa non sapeva nemmeno nuotare e oggi partecipa con determinazione e coraggio a gare di qualsiasi distanza senza spocchia e senza pavoneggiarsi per i risultati ottenuti. 
Di fatto, lo Sport del Triathlon non è il gioco del calcio, dove gli "atleti" vengono riempiti di milioni per passare magari l'intera stagione in panchina e in discoteca, non ci sono certamente i soldi come motivo per spingerti a fare allenamenti durissimi di 3,4 o 5 ore ma, forse, c'è la voglia di fare qualcosa di straordinario prima per se stessi che per gli occhi altrui e di vivere emozioni indimenticabili indipendentemente dalla prestazione, almeno, io la penso così, senza stare a rompere troppo i maroni. 
Per quanto mi riguarda, magari un giorno farò un Ironman in 10 ore oppure in 16 ore, comunque sarà sempre spinto dai sogni di Rock & Roll!! 
Caro supertecnicocoach di sta minkia, un vero Ironman è ogni giorno un Ironman, sia che stia lavando i piatti o che stia facendo lezione in una scuola media della zona più malfamata della città e anche se non farà mai una gara, oppure, se mai la farà e la chiuderà in 8 ore non verrà mai da te a cercare d'insegnarti qualcosa, ma ti guarderà con la pena e il rispetto che meriti.



Grande VaTri!
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