venerdì 19 settembre 2014

Triathlon Mtb Sotto le Mura 2014 di Bergamo

Un plauso va certamente fatto all'organizzazione! 
Tutti gli aspetti, anche quelli volendo "meno importanti", sono stati evidentemente curati con grande passione e attenzione: la zona cambio ben organizzata e custodita con il deposito borse vicino e anche questo sempre custodito con due sole vie di accesso presidiate costantemente da volontari; il personale a bordo vasca e lungo il percorso doverosamente attento alla sicurezza degli atleti e dei passanti e sempre gentile e disponibile, insomma, tutto ben coordinato e gestito senza troppi fronzoli e con molta concretezza in piena sintonia con la tipica personalità bergamasca.
La partenza della gara è fissata attorno alle nove e mezza del mattino e io arrivo prestissimo, alle otto ho già ritirato il pacco gara e sono già pronto per entrare a preparare la mia zona cambio; fantastico, posso fare tutto con calma e meticolosità come piace a me.
Ha piovuto tutto il giorno prima (e anche quello prima ancora e poi quello prima e via così per quasi tutta l'estate ma questa è un'altra storia...), quindi il fango certamente non manca e io entro in z.c. già col sorriso. 
Tiro fuori la roba dalla borsa nel ordine perfetto a ritroso e dispongo casco e porta numero sulla bike secondo le simulazioni di cambio fatte a casa il giorno prima (siiii sono un maniaco ma cambiarmi in 38 secondi è una cosa che mi da una libidine pazzesca oltre ad essere l'unica cosa in cui sono veloce.....!), poi le scarpe, occhiali e così via. Gestire in maniera estremamente razionale il materiale necessario alla gara è diventato per me uno dei vari "rituali" che mi aiutano ad alleviare la tensione e a concentrarmi su ciò che devo e dovrò fare.
Ore nove e quindici puntuale il briefing, spiegazione chiara e veloce e poi via a bordo vasca. Tutto procede in maniera molto snella, senza intoppi, il volontario a bordo vasca mi consegna la cuffia e mi dice che lui è il mio conta vasche (e dentro di me penso "speriamo che non le conta come le conto io...") e mi "dirà" lui (cosa fa, mi da una botta in testa??) quando avrò finito i miei 750mt; nella corsia siamo in sette e ci si mette subito d'accordo, in base al proprio tempo sui 100mt, sull'ordine di partenza per non rompersi le scatole a vicenda. 
Via si parte! In vasca si tarella come dei matti, non è come in mare dove hai tutto lo spazio che ti pare e "te la puoi prendere comoda"; per i primi 500mt tutti rispettiamo l'ordine di partenza, fino a quando un "collega" fa la minkiata di superarmi così da andare fuori giri e piantarsi davanti a me come un
gatto attaccato al fondello del body, comunque, il mio "pallottoliere umano" mi fa cenno di uscire e mi fiondo in zona cambio. Porta numero, casco e via verso nuove avventure.
Alla faccia dell'avventura! Purtroppo, a causa della "qualche pioggerellina", l'organizzazione è stata costretta a variare il percorso (che ovviamente avevo provato e studiato diverse volte sui rulli collegati all'Ipad con il tracciato reale della gara...minkia mi do fastidio da solo!), comunicando semplicemente che il nuovo percorso avrebbe aggiunto spettacolo alla gara; si, si, proprio uno spettacolo, certo, farsi quei trecento metri di dislivello positivo su una scala con una biammortizzata da 12Kg sulla schiena o a spinta il 31 di agosto è stato decisamente uno spettacolo...il ventricolo destro è uscito un attimo dal petto per prendermi a testate.
Arrivato in cima, quando il volontario ha esclamato "forza che sei arrivato" a me è suonato come "hai vinto al superenalotto", ora posso finalmente usare la bici per la sua funzione, pedalare e pedalando a manetta mi faccio largo tra salite, discese a cannone e tanto, tanto fango.
Non voglio far la parte del presuntuoso ma secondo me, la mountain bike non è un mezzo per deboli
di cuore e fifoni (certo, spesso esagero e ancora più spesso sono per terra..), a differenza della bici da strada dove a volte devi solo pedalare, la mtb la devi guidare e mi faceva un po' tenerezza vedere molti Atleti letteralmente impediti e affrontare le discese o il fango manco stessero pedalando su un letto di uova attenti a non sporcarsi...va beh, spero si siano divertiti lo stesso.
Dopo il mio solo volo, e dopo i vari sali scendi di Bergamo alta dove, devo ammettere, il panorama è veramente molto bello, arrivo alla fine della frazione bike e pieno di fango e non solo (beh, la mountain bike non è l'unico mezzo con cui andare per boschi ma certamente non lascia ingombranti residui maleodoranti...) mi metto a correre e qui arriva la nuova fantastica sorpresa.
Sapevo che c'era una scala sul percorso running,si ma porca miseria (in gara è
volato un bestemmione purtroppo) altri non so quanti metri di dislivello su una scala infinita! Va beh, dopo qualche decina di gradini mi metto a camminare come quasi tutti e, malgrado la scala credetemi decisamente infernale, devo ammettere che il percorso running mi è piaciuto davvero molto ed è l'unico motivo per cui rifarei questa gara oltre che per l'eccellenza dell'organizzazione.

Un po' di analisi, ovviamente basata sulle mie sensazioni e valutazioni, con voto da 1 a 5 dove 1 è pari a "non la rifarei" e 5 è pari a "spettacolare":

Organizzazione
Percorso bike
Percorso run    
Location    
Ristori  
Pacco gara    
Media
    

Alla voce "Pacco gara" ho dato cinque stelle perché oltre al solito banale contenuto (borraccia, merendine, volantini, ecc..), al termine della gara, alla riconsegna del chip, venivano regalati un paio di occhiali da sole sicuramente molto semplici ma comunque apprezzatissimi.

Per chi non è un maestro di mtb è un'ottima gara, percorso tranquillo e quasi per nulla tecnico.

Secondo me, un punto di ristoro in cima alle infinite scale che da Bergamo bassa portano a Bergamo alta che e con il clima del 31 agosto, ci stava bene.


  

  




 
 

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